Pesticidi, i pericoli di cui nessuno parla: si rischia Cancro, Parkinson, Infertilità e molto altro

I pesticidi sono estremamente pericolosi per la salute umana e animale. A confermarlo sono le molte ricerche condotte negli ultimi anni. Ecco le più recenti scoperte

Dall’avvento dei pesticidi molte cose sono cambiate, soprattutto nell’agricoltura: è possibile avere a disposizione ortaggi migliori e una resa decisamente più elevata. Peccato però che a oltre a uccidere i parassiti dei vegetali, i pesticidi tolgano la vita anche a noi. La differenza è che nell’essere umano pare avvenire tutto in maniera più lenta. Ma i danni sulla salute ci sono e le evidenze scientifiche in merito stanno aumentando vertiginosamente. Ecco tutto ciò che dovresti sapere prima di assumere un cibo a cui sono stati aggiunti pesticidi.

Meglio il bio?
A quanto pare, per evitare i danni dei pesticidi abbiamo un’unica opzione disponibile: gli alimenti biologici. Questi ultimi, tuttavia, hanno prezzi da capogiro (spesso in maniera ingiustificata). L’unico modo per ridurne il costo sarebbe abbattere in gran misura le coltivazioni tradizionali. In questo modo aumenterebbe il numero di aziende biologiche e la (giusta) concorrenza permetterebbe di avere alimenti naturali piuttosto economici. Al momento, purtroppo, non è così. Per fortuna, però, sono molti i supermercati che hanno dato vita a una loro linea Bio a costi decisamente abbordabili. E la qualità è esattamente la stessa delle grandi marche.

I pesticidi provocano il cancro?

Prima di tutto va sottolineato che non tutti i pesticidi sono uguali, tuttavia gli studi sugli animali hanno evidenziato un altissimo rischio di cancro in seguito all’uso dei pesticidi. In particolare sono considerati cancerogeni gli organoclorurati e il creosoto ( provocano il cancro alla pelle), mentre altri come , gli organoclorurati DDT, il clordano e il lindano promuovono la formazione di tumori. «Nell’uomo, i composti di arsenico e gli insetticidi usati per uso professionale sono stati classificati come cancerogeni dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro». Tuttavia, è importante ricordare che gli studi sull’essere umano scarseggiano. «Gli studi epidemiologici, sebbene talvolta contraddittori, hanno collegato erbicidi o contaminanti di fenossiacidi con il sarcoma dei tessuti molli (STS) e linfoma maligno; gli insetticidi organoclorurati sono invece collegati con STS, linfoma non Hodgkin (NHL), leucemia e, in modo meno costante, con tumori del polmone e della mammella; composti organofosforici sono collegati con NHL e leucemia; mentre la triazina con carcinoma ovarico. Pochi, se ce ne sono, di queste associazioni possono essere considerate consolidate e causali. Pertanto, sono necessari ulteriori studi epidemiologici con una valutazione dettagliata dell’esposizione per singoli pesticidi, prendendo in considerazione le pratiche di lavoro, l’uso di dispositivi di protezione e altre misure per ridurre il rischio», concludono i ricercatori [1].

Pesticidi e linfomi

Uno studio revisionale ha evidenziato come l’uso di alimenti contaminato da pesticidi mette a serio rischio il paziente di sviluppare il linfoma non-Hodgkins e la leucemia. «La maggior parte degli studi sul linfoma non-Hodgkin e leucemia ha mostrato associazioni positive con l’esposizione ai pesticidi. Alcuni mostravano relazioni dose-risposta e alcuni erano in grado di identificare specifici pesticidi. L’esposizione dei bambini e delle donne in gravidanza ai pesticidi è stata positivamente associata ai tumori studiati in alcuni studi, così come l’esposizione dei genitori ai pesticidi sul posto di lavoro», hanno dichiarato gli scienziati. Ma non solo, lo stesso studio revisionale ha evidenziato relazioni anche con altri tipi di cancro: «molti studi hanno mostrato associazioni positive tra esposizione ai pesticidi e tumori solidi. Le associazioni più coerenti sono state trovate con il cancro al cervello e alla prostata. È stata anche trovata un’associazione tra il cancro del rene nei bambini e l’esposizione dei loro genitori ai pesticidi nel luogo di lavoro. Queste associazioni erano più coerenti per esposizioni elevate e prolungate». [2] «Esistono anche prove della capacità dei pesticidi carbammati di causare effetti neuro comportamentali, aumento del rischio di demenza e linfoma non-Hodgkin» [3].

Problemi sulla salute riproduttiva

Alcuni studi hanno anche trovato una relazione tra la salute del sistema endocrino e il consumo di alimenti contenenti pesticidi. «Inoltre, uno studio recente ha correlato più di un metabolita di piretroide a danni al DNA nello sperma umano, sollevando preoccupazioni circa i possibili effetti negativi sulla salute riproduttiva umana. Va anche detto che ci sono anche preoccupazioni sulla loro possibile capacità di provocare neurotossicità durante l’età dello sviluppo» [3]. D’altro canto i pesticidi carbammici come aldicarb, carbofuran e ziram sono considerati dei perturbatori endocrini. Sembrano infatti provocare disturbi della riproduzione, ai mitocondri e sui meccanismi metabolici. «Inoltre, studi in vitro hanno rivelato la capacità dei pesticidi carbammati di provocare effetti citotossici e genotossici nelle cellule ovariche di criceto e di indurre apoptosi e necrosi nelle cellule immunitarie umane, nelle cellule natural killer, e anche apoptosi nei linfociti T».
Il glifosato danneggia il DNA
Il glifosato è uno degli erbicidi più utilizzati, oggetto di diverse controversie scientifiche. Viene utilizzato in larga quantità nella soia geneticamente modificata e pare provocare effetti estrogenici sinergici dovuti all’esposizione di glifosato e un fitoestrogeno denominato genisteina, un isoflavone tipico della soia. «Il glifosato può mostrare attività di disturbo endocrino, influenzare gli eritrociti umani in vitro e promuovere la cancerogenicità nella pelle di topo. Inoltre, si ritiene che causi un’interruzione estrema nella via dello Shikimato, che è una via che si trova nelle piante e nei batteri così come nei batteri dell’intestino umano. Questa interruzione può influire sulla disponibilità dell’organismo umano con aminoacidi essenziali. Le formulazioni commerciali di glifosato sono considerate più tossiche rispetto al solo principio attivo. Gli erbicidi a base di glifosato, come il ben noto “Roundup”, possono causare danni al DNA e agire come interferenti endocrini nelle linee cellulari umane e nelle cellule testicolari di ratto, causando danni alle cellule cutanee umane coltivate e promuovere la morte cellulare nelle cellule testicolari di animali da esperimento» [3].

Nei bambini può causare l’ADHD

Un recente studio condotto dagli scienziati della Rutgers University, in collaborazione con la Emory University, la University of Rochester Medical Center e la Wake Forest University, ha evidenziato come il consumo di cibi contenti pesticidi possa aumentare il rischio di sviluppare l’ADHD. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sul Journal of the Federation of American Societies for Experimental Biology (FASEB). Tra le sostanze sotto accusa vi è il piretroide deltametrina, che potrebbe promuovere la patologia nel bambino se assunto in grandi quantità dalla mamma sia durante la gravidanza che l’allattamento. L’ADHD è caratterizzato da una disfunzionale segnalazione della dopamina nel cervello, iperattività, deficit di attenzione e della memoria di lavoro, comportamenti impulsivi. Questi risultati – sottolinea il prof. Jason Richardson- forniscono una forte evidenza, utilizzando i dati provenienti da modelli animali e dagli esseri umani, che l’esposizione ai pesticidi piretroidi, tra cui deltametrina, possono essere un fattore di rischio per l’ADHD. «Anche se non possiamo cambiare la predisposizione genetica all’ADHD, ci possono essere fattori ambientali modificabili, comprese le esposizioni ai pesticidi», conclude Richardson.

Pericolo Parkinson

Tra i vari rischi causati dai pesticidi ci sono quelli rilevati dagli scienziati della University of California di Los Angeles (UCLA): scontrarsi faccia a faccia con il morbo di Parkinson. Lo studio, pubblicato su Neurology, è riuscito a evidenziare come alcuni erbicidi – precisamente quelli che sono in grado di inibire un particolare enzima denominato ALDH (aldeide deidrogenase) – possono provocare la patologia. Il motivo sarebbe lo stretto legame che vi è tra tale enzima e la detossificazione cellulare. Per arrivare a tali conclusioni, gli scienziati hanno esaminato 26 pesticidi di uso comune e undici di questi hanno dimostrato di inibire l’attività dell’ALDH. I pesticidi appartenevano alla classe dei dicarbossimidi, ditiocarbammati, organoclorurati e imidazoli. «È stata una sorpresa trovare così tanti tipi di pesticidi che inibiscono l’attività dell’enzima Aldh anche a concentrazioni basse. Questi pesticidi sono molto diffusi nell’ambiente e si trovano anche nei cibi, per cui il numero di persone potenzialmente a rischio è notevolmente più alto di quanto ci si aspettava. «Capire come i pesticidi agiscono sull’ALDH potrebbe portare allo sviluppo di nuovi metodi per prevenire o limitare la progressione della malattia, come ad esempio ridurre l’esposizione ai composti tossici o stimolare la funzionalità dell’enzima mediante nuovi farmaci», concludono gli scienziati.